La vita può essere paragonata ad un fumetto secondo me, ogni personaggio ha un ruolo da interpretare, c'è il protagonista, il mentore, la comparsa e ovviamente il cattivo. Amo assistere all'evoluzione dei personaggi in un racconto illustrato, perché come nella realtà se non riesci a modificarti non puoi proseguire il cammino. Ognuno ha la sua storia da raccontare, nella mia per esempio ho visto arrivare e andarsene innumerevoli personaggi, buoni che sono diventati cattivi e viceversa, storie sentimentali finite male e altre semplicemente con una bella amicizia, persone amiche che si sono rivelate nemiche ma che col tempo sono ritornate. Il problema è che in questi anni ho colto il cambiamento degli altri tranne il mio, è facile giudicare gli errori di chi ti sta vicino, ma la cosa più difficile è accettare il fatto che molto spesso siamo proprio noi a sbagliare più degli altri. In questo ultimo anno ho appreso davvero molto soprattutto da me stesso; ho capito che in una famiglia con dei problemi a volte siamo noi ad aggravare la situazione distorcendo la realtà che vediamo; mi sono reso conto di essere il giudice più severo della mia vita e dei miei lavori e ciò a volte ti può far perdere la speranza inutilmente; ho realizzato, dopo aver considerato il mio miglior mentore la persona che mi aveva fatto scoprire la spiritualità, che spesso questo personaggio può rivelarsi l'opposto deludendo le tue aspettative.
Come in un racconto dopo ogni colpo di scena si impara sempre qualcosa, ho imparato che quasi sempre sono io a mandare a monte i miei rapporti perché dopo essermi affezionato permetto all'altra persona di chiedermi qualsiasi cosa credendo di essere un buon amico a non dire mai la parola "no", ma è sbagliato e alla fine l'amicizia finisce. Ho capito anche un'altra lezione, nella nostra vita il ruolo del mentore viene assunto da qualsiasi persona o cosa, perché tutto ciò che ci circonda da un insegnamento, compresi noi stessi.